La storia di questo libro racconta di come la lettura, grazie alla segreta malia di una misteriosa, preziosissima valigia di libri occidentali proibiti, riesca a sottrarre due ragazzi, colpevoli soltanto di essere figli di "sporchi borghesi", a svariate torture e permetta anche a uno di loro di conquistare la "Piccola Sarta cinese". Così, pur vivendo in mezzo agli orrori della rieducazione, i due ragazzi e la Piccola Sarta scopriranno, in virtù di qualche goccia magica di Balzac, che esiste un mondo fatto di pura, avventurosa bellezza. Attraversando, nel frattempo, rocambolesche avventure.
COSA NE PENSO? Balzac e la Piccola Sarta cinese è un libriccino piccino picciò ma estremamente intenso. È ambientato nella Cina degli anni '70, in piena rivoluzione culturale ad opera di Mao, una rivoluzione del proletariato, a discapito della classe borghese.
Due parole sulla rieducazione: alla fine del 1968, nella Cina Rossa, il Grande Timoniere della Rivoluzione, il presidente Mao, avviò un piano destinato a cambiare profondamente il paese: le università furono chiuse e i "giovani intellettuali", ossia gli studenti che avevano finito il liceo, furono mandati in campagna per essere "rieducati dai contadini poveri".
La parte storica è molto interessante, affronta uno spaccato di storia contemporanea che raramente a scuola si riesce ad affrontare. L'autore ci fornisce tutte le info necessarie alla lettura della storia, ci da una spolveratina del contesto storico così che, anche chi come me è all'asciutto dell'argomento, riesce a muoversi agevolmente tra le pagine del libro. Ovviamente non approfondisce eccessivamente la questione non trattandosi di un trattato di storia ma ci da quelle pillole necessarie a entrare bene nell'atmosfera dell'epoca. Epoca che, se ben ci pensate, non è poi così lontana dal tempo presente. Più volte questa consapevolezza mi ha fatto correre un brivido lungo la schiena. Che bisogno c'è di leggere storie distopiche quando c'è la realtà che ce ne fornisce di inquietanti? Protagonisti sono la Voce Narrante, di cui non sapremo mai il nome, Luo, suo migliore amico e compagno di rieducazione, che vengono spediti sulla montagna (sperduta) della Fenice del Cielo, e la Piccola Sarta, che da il nome al libro e che invece è la figlia di un famoso sarto locale. La loro "colpa" è quella di essere figli di "sporchi scienziati". Una cosa "buffa" è che, in pratica, quasi nessuno dei protagonisti ha un nome vero e proprio ma quasi tutti vengono chiamati con soprannomi. Mi ci è voluto un bel po' per abituarmici. Il narratore e Luo scoprono l'esistenza di una valigetta contenente una miriade di libri proibiti (appartenenti alla cultura occidentale dunque banditi), di proprietà di Quattrocchi (protagonista estremamente odioso), un altro ragazzo costretto a sottoporti alla rieducazione, questa volta poichè figlio di una poetessa. Il libro scorre velocissimo, e ,così come
inizia, spingendoci nel bel mezzo della narrazione, senza tanti
preamboli finisce, all'improvviso, lasciandoti con un pugno di mosche
tra le mani. La storia ha un finale aperto (il cui significato è strettamente legato al titolo) caratteristica che
solitamente non apprezzo ma che questa volta è riuscita a darmi una
bella sensazione. All'inizio ho faticato un po' a entrare in sintonia
con la storia. Una volta preso il ritmo però ho impiegato un battibaleno
ad arrivare alla pagina conclusiva. Balzac e la Piccola Sarta cinese è un libro pieno zeppo di un amore (sconfinato) per la lettura e la sua capacità di cambiarti. I libri sanno sorprenderti e trasformarti. Una delle tematiche affrontate è sicuramente quella dell'educazione ma quella che mi ha colpito di più è stata, senza ombra di dubbio, l'effetto totalizzante che certe storie spesso hanno sul nostro essere. Le buone storie ci portano a spasso per il mondo, ci fanno evadere dalla realtà. Così accade ai protagonisti, costretti a vivere situazioni disumane e ingiuste. Le parti in cui l'autore (che ha vissuto sulla propria stessa pelle il processo di rieducazione) descrive il loro stato d'animo sono forse fra le più intense dell'intera storia. Forse perchè in parte autobiografiche. Attraverso le sue parole si riesce quasi a respirare la loro disperazione e rassegnazione. Balzac e la Piccola Sarta cinese è un libro in cui l'introspezione psicologica non manca. E proprio per questo ve lo straconsigliato. Dovete leggerlo, assolutamente. Non sapete cosa vi state perdendo.
★★★★
Che ne dite? Voi l'avete letto?
UN BACIO ♡
Adoro i romanzi a sfondo storico, in particolare quelli su posti lontani di cui si sa poco :) Lo segno nella wish list!
RispondiEliminaSono contentissima di averti incuriosita un po' ^^ Torna a farmi sapere cosa ne pensi una volta letto!
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