venerdì 12 gennaio 2018

Nottetempo ▸ Luca Russo + Angeline ▸ Émile Zola↩

BUONDÌ amici lettori e amiche lettrici, buon venerdì! Ho tantissime recensioni in arretrato da recuperare e oggi mi sento proprio dell'umore adatto per principiare. Voglio parlarvi di due storie che mi hanno sorpreso positivamente. 

nottetempo di luca russo 

Alberto ha passato la vita con le spalle felicemente ricurve sui tasti di un pianoforte o con il corpo e la mente volti a Giulia, la donna solitaria dallo sguardo triste, e dalla grazia ipnotica, che ha amato senza riserve. Dopo la sua morte, Alberto viene inghiottito da un’assenza che si trasforma in un viaggio onirico e surreale nelle stanze della mente. È qui che il bisogno, e allo stesso tempo l’incapacità di suonare ancora, dà forma a una serie d’immagini dove lo spettro dell’arte, insieme a quello della donna, aleggia nelle stanze di musei vuoti, tra le nuvole di cieli lividi, e negli spazi bui di foreste fitte e spettrali, costringendolo a fare i conti con lo smarrimento totale del sé.

r ⅇ c ⅇ n s ⅈ o n ⅇ  Nottetempo è un lungo monologo sulla tristezza e sul suo potere di deformare ogni cosa, trasformando la realtà in un incubo dal quale non si riesce a fuggire. Le atmosfere oniriche che caratterizzano questo romanzo grafico delegano quasi completamente alle tavole il peso della narrazione. In genere preferisco fumetti più "parlati" e non posso negare che ,almeno all'inizio, questa mancanza mi abbia un po' disorientata. Però alla fine le tavole hanno saputo conquistarmi. Sono dei veri e propri acquerelli, piccole opere d'arte che mi hanno lasciata a bocca aperta, con il forte desiderio di appenderne almeno una in camera. Ho recuperato N al Lucca Comics dell'anno scorso ed è bastato lo sketch del personaggio della "paura" a risollevare una giornata uggiosa e di pioggia. È stata una lettura dal finale inaspettato. Viste le premesse, mi aspettavo una certa dose di pathos ,ma non mi aspettavo di certo l'evoluzione finale della storia, che sconfina in una tematica di cui ultimamente abbiamo sentito molto parlare dalle agenzie di stampa (ossia il trattamento di fine vita). Alberto, pianista, dopo la "scomparsa" dell'adorata moglie Giulia, ha perso l'ispirazione e la voglia di comporre musica. Il suo animo è attanagliato da un tormento profondo e dolorosissimo che non sa come scacciare, una paura così radicata nel suo animo da impedirgli di andare avanti. Il finale è amarissimo. Non c'è un'evoluzione in positivo per Alberto. Però ho adorato lo stesso l'insieme di sentimenti che questo fumetto ha saputo suscitarmi, non ultima l'empatia. 

★★★

angeline o la casa degli spettri di emile zola

"Angeline" è l'ultimo racconto di Émile Zola, scritto durante la "fuga" in Inghilterra, dove l'autore di "Nana" e di "Germinal" è stato praticamente obbligato a un volontario esilio dopo la violenta "Lettre au Président de la République" Felix Faure concernente "L'Affaire Dreyfus", apparsa a occupare l'intera prima pagina de "L'Aurore" il 13 gennaio 1898 con un titolo che ancora oggi rimane una bandiera di lotta per la libertà e la giustizia: "J'accuse"!. "Angeline" vede la luce in questo anno burrascoso segnato da separazioni e dalla lontananza: dagli amici, dal mondo letterario della capitale francese, dalla moglie, da Jeanne Rozerot (la donna che da dieci anni è la sua amante e da cui ha avuto due figli), dalla sua comoda vita di "gentilhomme campagnard" nella bella villa di Médan... "Angeline", una storia vera, dunque, o almeno con una radice di verità...? Poco importa: Zola, forse affascinato dalla ghost-story anglosassone, trasporta ogni cosa sullo sfondo familiare dei dintorni di Médan e prova a cimentarsi anche lui con l'aldilà e l'ignoto.

r ⅇ c ⅇ n s ⅈ o n ⅇ ▸  Ho recuperato Angeline al Pisa Book Festival dell'anno scorso allo stand di un editore, La Vita Felice, che non conoscevo per niente, incuriosita dal nome dell'autore, Èmile Zola, e dalla figura in copertina, così somigliante a Jack Skeletron. La cosa veramente bellina del volumetto è che contiene sia la versione originale, in francese, che la traduzione in italiano per un prezzo assolutamente accettabile. È una ghost story , narrata in prima persona dall'autore, che ha come protagonista una misteriosissima grande villa abbandonata, intorno alla quale girano delle strane e fantasmagoriche dicerie, che fanno pensare al fatto che sia infestata dal fantasma di una ragazzina. È stata una breve lettura, appassionante e curiosa, che non posso che consigliarvi di tutto cuore. 

★★ 

Che ne dite? Vi ho incuriositi almeno un po'?
UN ABBRACCIO 

mercoledì 10 gennaio 2018

Non stancarti di andare ▸ Teresa Radice e Stefano Turconi + Bloody Mary ▸ Marco Vichi e Leonardo Gori↩

BUONDÌ amici lettori e amiche lettrici, buon mercoledì! Anno nuovo, vita nuova. Nuova impostazione dei post soprattutto. Eh si, perché a quanto pare l'idea di un post mensile che raccolga tutte le letture del mese appena trascorso non si sposa bene con la routine dei miei impegni. Dunque oggi voglio parlarvi di un paio di opere che hanno come fil rouge un argomento comune: i migranti. 


non stancarti di andare di teresa radice e stefano turioni


Iris inizia a mettersi comoda nella casa di Verezzi, in Liguria, mentre il suo amato Ismail torna a Damasco per sistemare le ultime faccende prima di trasferirsi definitivamente con lei. Separati da un destino violento e imprevisto, Iris si scopre incinta mentre Ismail lotta per tornare in Italia, bloccato dalla grave situazione in Siria, dove alla lotta tra milizie governative e forze ribelli si affianca l'avanzata dei gruppi fondamentalisti. 

 r ⅇ c ⅇ n s ⅈ o n ⅇ Non stancarti di andare è in assoluto la graphic novel più lunga che abbia mai letto, è un bel mattoncino. Ha come protagonisti Iris "Nur" (=luce), illustratrice naturalistica italo-sudamericana, e Ismail, insegnante di arabo e prof. di calligrafia alla Scuola di Belle Arti, siriano. NSDA ha il grandissimo privilegio di portare-ancora di più-all'attenzione del pubblico una delle grandi emergenze umanitarie della nostra epoca, quella del conflitto siriano. È un fumetto immenso (così come immensa è la quantità dei personaggi), realizzato con delle tavole stupende, coloratissime, inframezzate da pagine di diario, lettere che la giovane madre decide di scrivere al nascituro per preparalo al mondo e alle sue asperità (che, a essere sincera, sono le parti che ho "digerito" di meno proprio per la loro prolissità e lunghezza) e diviso in grandi capitoli seguendo la scansione dei mesi. Non riuscirei a riassumere la molteplicità delle tematiche che gli autori trattano nemmeno se volessi. Diventerebbe un post chilometrico. Ho deciso quindi di soffermarmi su quelle che mi hanno colpito di più, come ad esempio quella del "viaggio", dell'importanza dell'esplorazione, del cercare e ricercare, del non accontentarsi delle spiegazioni precotte e dei ragionamenti assoluti. Un invito fortissimo da parte degli autori è proprio quello a non scegliere la strada più facile, a essere anticonvenzionale e a elaborare ragionamenti nostri, pensati, e non presi per buoni dalle menti di altri.  Uno dei personaggi più affascinanti (per la realizzazione del quale so che gli autori hanno tratto ispirazione dalla realtà, ce lo svelano loro stessi a fine storia) è Padre Saul, un prete occidentale dal grande carisma, che decide di trasformare un eremo in un punto di incontro interreligioso e che, per amore dell'inclusione culturale, sceglie di dire la messa in lingua araba. È un personaggio che ispira e rappresenta bene altre due tematiche che mi hanno molto colpita, il dialogo interreligioso , la spiritualità e la coesistenza pacifica di più culture. Lui incarna bene la volontà di trovare una religione laica, che non sia esclusiva e discriminante verso gli altri credi, che sia veramente altruista e benevola verso il prossimo, anche se diverso. Grazie alle (dis)avventure di Ismail invece il lettore tocca con occhio nozioni che gli consentono di meglio conoscere la Siria e la sua situazione politica e geopolitica, conosce su carta le tappe del "viaggio della speranza" che molti migranti, in fuga dalle atrocità della guerra (che gli autori rappresentano con toni più cupi), sono costretti a affrontare. Al personaggio di Ismail spetta il compito di raccontare all'occidente il dolore atroce di essere costretti a lasciare la propria terra, una terra bellissima ma distrutta dalla guerra e   macchiata dal sangue del suo popolo. Come vi dicevo è un fumetto stupendo, gigantesco e affascinante, che sul finale ci insegna, contro ogni logica matematica, come "il miglior modo per moltiplicare sia dividere" , donare se stessi, mettersi a disposizione degli altri ed essere più altruisti e comprensivi con il prossimo. Ci sprona a partire per un viaggio senza fine alla ricerca delle soluzioni ai nostri perché e a tornare ogni volta un po' più ricchi, un po' più parte del mondo e cosmopoliti. 

★★★

bloody mary di marco vichi e leonardo gori 

Marek arriva da Cracovia. Educato, bravo figliolo, un diploma appeso al muro che per la sua inutilità vorrebbe prendere a sputi. È partito con il miraggio del lavoro sicuro in Italia: poco importa che sia la raccolta di pomodori, non disdegna certo il lavoro dei campi. Non sospetta lo sfruttamento estremo, la fatica che distrugge, i traffici nauseanti. Aleya invece non ha potuto fare alcuna scelta, mentre diventava donna in un villaggio nigeriano. Troppo bella per passare inosservata, dunque violentata, rapita e scaricata sulle coste italiane come bestiame da piacere. Dai bordelli di lusso giù fino alla strada. Due giovanissimi, due storie opposte. Il loro incontro innescherà un incendio. 

r ⅇ c ⅇ n s ⅈ o n ⅇ ▸  Bloody Mary è un romanzo sottiletta, termina in un attimo ma ti lascia in bocca un sapore intenso, persistente. È la storia di un amore impossibile tra due immigrati, nell'Italia degradata delle ecomafie, scritta a quattro mani dal duo impareggiabile di giallisti fiorentini, Marco Vichi e Leonardo Gori, che ho avuto occasione di conoscere di persona l'anno scorso. È grazie a lui se ho scoperto l'esistenza di BM e non posso che essergliene grata, perché mi ha consentito di aprire il mio 2018 letterario alla grande. La narrazione si alterna tra i POV dei due protagonisti, fino al fatale incontro dei due, dove il racconto delle vicende si intreccia in un punto di vista unico. Lui è Marek,  schiacciato al peso delle proprie aspirazioni infrante, viene da Cracovia, in Polonia. Parte per l'Italia in cerca di un lavoro sicuro, nella speranza di aiutare la madre e dare solidità al proprio futuro. Quello che trova al suo arrivo però è solo un malvagio sfruttamento.  Lei è Aleya, algerina, che, strappata alla propria infanzia, viene venduta dallo zio e privata della facoltà di scegliere del proprio destino, rapita e poi spedita in Italia sulle rotte del commercio sessuale. È un libro sottilissimo, si legge in una manciata di ore. Quello che è difficile da digerire è la crudeltà umana che traspare dalle vicende dei protagonisti, inventate ma ancorate alla triste realtà contemporanea. La realtà del caporalato, delle ecomafie, di chi lucra sulle speranza di chi lascia il proprio paese alla ricerca di un futuro migliore. L'ho trovata una lettura straziante, cruda, intensa, disturbante. Una lettura che vi consiglio assolutamente di fare perché, purtroppo, queste sono realtà di cui si sente parlare poco dalle agenzie di informazione ma che è bene conoscere. 

★★★

Che ne dite? Vi ho incuriositi almeno un po'? Se avete libri simili da consigliarmi, scatenatevi nei commenti! Vorrei leggere altro in materia. 
UN ABBRACCIO 

martedì 2 gennaio 2018

ℛeading Stats + ℬest & Worst of 2017 ● ℓe ℓetture più beℓℓe e non 🍃

BUONDÌ amici lettori e amiche lettrici, buon anno! Prima di recuperare i post delle letture degli ultimi mesi del 2017, ho deciso di iniziare questo 2018 con un po' di statistica 😄 Non vi spaventate, non è niente di che. Giusto qualche numerino per tirare le somme del mio anno letterario appena trascorso. 


reading stats 

Durante il 2017 ho letto 54 libri in totale (11171 pagine), 24 in più rispetto al mio obbiettivo iniziale di leggerne 30. Di questo traguardo sono più che felice. Sono contenta soprattutto del fatto che sono state 54 letture fatte "di gusto", dopo anni in cui avevo perso parte del mio entusiasmo per la lettura, che è sempre stata il mio rifugio. Di questi 54, 31 sono romanzi mentre 23 fumetti e manga. Spero tanto che il 2018 sotto questo punto di vista possa essere ancora migliore. 


ℓe ℓetture più beℓe



Da questo punto di vista è stato un anno veramente positivo. Ho fatto delle belle letture e sceglierne 3 non è stato per niente facile. L'ordine è meramente casuale. 

  • RUGHE di PACO ROCA (Tunuè) è stato il fumetto più bello e intenso che abbia mai letto. Le ultime tavole (quelle che rappresentano le fasi finali del morbo di Alzheimer) mi hanno stesa. Non mi era mai capitato di emozionarmi così tanto durante la lettura di una graphic novel. 
  • ¡VIVA LA VIDA! di PINO CACUCCI (Universale Economica Feltrinelli) ha avuto il pregio di farmi conoscere un'artista e una donna della forza straordinaria. La caparbietà di Frida Kahlo e il suo atteggiamento nei confronti delle traversie della vita mi hanno ispirata e sto seriamente pensando di andare a vedere la mostra che si terrà al MUDEC da febbraio. 
  • DOVREMMO ESSERE TUTTI FEMMINISTI di CHIMAMAMNDA NGOZI ADICHIE (Einaudi) che potete trovare tranquillamente online. È stato un primo (e breve, conta 40 pagine) approccio al significato del termine "femminismo". Interiorizziamo le idee e i modelli culturali attraverso la nostra socializzazione. Spesso non ci rendiamo nemmeno conto di essere complici di un sistema sbagliato e sbilanciato nella concezione del genere stesso. La Adichie ci spinge a riflettere su questo e ci offre un primo approccio ad un argomento così immenso e articolato. 
etture più brutte

Fortunatamente ho avuto pochi libri fra cui scegliere però qualche sassolino dalla scarpa devo proprio togliermelo.
  • SEI IL MIO BUIO SEI LA MIA LUCE di J.A. REDMERSKI (Fabbri Editori). Qui vi spiego il perché. 
  • FELINE di SARAH BIANCA (Lain YA) purtroppo ha deluso tantissimo le mie aspettative. In tutto ciò c'è un lato positivo però (c'è sempre un lato positivo), grazie a questo libro ho capito che questo genere di storie non fa più per me. Adoro gli elementi fantasy e romance ma ho bisogno di molto di più per trovare affascinante e interessante una storia. 
  • GELIDA di KENDRA ELLIOT (Amazon) invece si presenta come un romantic suspense ma non ha niente del genere per cui...bocciato. Manca quasi in toto la parte investigativa. 
Ci tengo comunque a precisare una cosa. È tutto molto soggettivo, ciò che io ho trovato non di mio gusto a voi magari è piaciuto. Non prendetevela a male se ho "criticato" un libro che invece è riuscito a conquistarvi.
Che ne dite? Quanti libri siete riusciti a leggere durante il 2017? 
UN ABBRACCIO