Un racconto breve, una sorta di monologo interiore in presa diretta sostenuto dalle riflessioni del protagonista: un padre che ha a cuore l'educazione della figlia. Cronaca vivida di una vicenda grottesca che si spinge quasi oltre il limite sopportabile della normalità, e che sconfina a ruota libera nella realtà che si è costretti a vivere ogni giorno.
Proseguendo l'avventura letteraria iniziata con "Candidato al consiglio d'istituto", in questa raccolta l'autore si racconta: ne esce fuori un'opera che passa in rassegna l'Italia di ieri e quella di oggi. Il motivo conduttore è la speranza, che non deve mai mancare, neppure nei momenti più difficili.
Ci ha fatto sorridere con "Candidato al consiglio d'istituto". Ci ha fatto piangere con "Non dobbiamo perderci d'animo". Ma "Un'opera dalle molte pretese" richiede una riflessione personale. Con questa terza opera si conclude la "Trilogia della speranza". Poi si vedrà.
L'AUTORE: Massimo Cortese . Nato ad Ancona nel 1961, è funzionario di un ente locale. Scrive racconti dalle ore 14.52 del 2 dicembre 2006, a seguito della nomina a Consigliere d'Istituto nella scuola frequentata dalla figlia. Nei suoi scritti sollecita sempre il lettore alla riflessione sulla realtà incontrata. Con Il Carnevale dei Ragazzi si è aggiudicato il XXIV Premio Nazionale Riviera Adriatica di Ancona. Scrive sulla rivista Visione della UILDM di Ancona, dove cura lo spazio intitolato Cortese...mente.
PARERE PERSONALE:
Eccomi finalmente a scrivere il mio parere su questa trilogia, la Trilogia della Speranza, che mi è stata inviata direttamente dall'autore Massimo Cortese. Ho deciso di dare un parere complessivo dei tre volumi in quanto appartengono come dicevo prima ad una trilogia.
Nel primo volume , intitolato Candidato al Consiglio d'Istituto, l'autore parte dal descrivere la sua esperienza nel ruolo di candidato al consiglio d'istituto della scuola della figlia fino ad arrivare ad una riflessione più generale sull'educazione oggi in Italia e sulla concezione che ne hanno i suoi abitanti. Durante la lettura , come faccio sempre, ho attaccato alle pagine dei post-it colorati con annotati sopra i miei pensieri e le considerazioni che mi erano venute in mente. Ricordo di aver pensato (anche se non lo ricordassi c'è il mio verde amico che me lo ricorda) che nel capitolo La Campagna Elettorale più che elettorale sembrava una campagna campale. Mi ha fatto sorridere come l'autore descrive queste piccole battaglie quotidiane con gli agguerriti genitori annessi. Successivamente sono giunta a pagine che per la loro importanza non mi hanno fatto sorridere affatto piuttosto mi hanno indotto a riflettere che purtroppo in molti casi l'educazione in Italia non è tutelata abbastanza e che spesso le strutture che dovrebbero garantirla o non ci sono affatto o ne sono incapaci. L'Italia dovrebbe davvero smettere di discutere dell'argomento e invece agire seriamente per rimediare.
Il secondo volume , Non Dobbiamo Perderci d'Animo, riporta una serie di racconti che parlano da soli. Alcuni (in particolare uno) mi hanno emozionata tanto che a volte è scesa anche una lacrimuccia. La copertina parla da se a mio parere (rappresenta un palazzo in costruzione). Oggi viviamo in una società senza memoria. Dobbiamo ricostruirla tutti insieme partendo dalle fondamenta : i valori più semplici come il senso della famiglia, l'amore, l'amicizia ... Soprattutto non dobbiamo essere così individuali ma dobbiamo cercare di vivere più come una comunità.
Il terzo e ultimo volume della trilogia , Un'Opera dalle Molte Pretese, racconta al lettore il prima e il dopo pubblicazione del primo volume della trilogia. Vi ho trovato anche molte riflessioni dell'autore che mi hanno colpito e una in particolare mi ha fatto ripensare al discorso che fece Roberto Benigni durante un intervento televisivo. Riguardava la politica e diceva che spesso i politici al giorno d'oggi entrano in politica solo per arricchirsi e non per amor di patria.
Detto questo concludo la recensione consigliandovi la lettura di questi tre romanzi scritti con passione e ironia.
Stelline: @@@@
Nel ringraziare il Blog "Il Magico mondo dei libri", desidero esprimere qualche breve commento. La vicenda racconta in Candidato al Consiglio d'Istituto, questa sorta di Ragazzi della via Paal ormai adulti, è un pretesto per parlare di educazione, vero problema del nostro tempo. Non dobbiamo perderci d'animo è una raccolta di racconti sulla memoria, infatti è stata scritta in occasione del Centocinquantesimo Anniversario dell'Unità Nazionale: nelle mie intenzioni, il libro doveva offrire un messaggio di speranza. La copertina del libro non riguarda un palazzo in costruzione, ma è un omaggio al racconto iniziale Prima del debutto: la fotografia è stata scattata dopo il terribile bombardamento che colpì Ancona il 1° novembre 1943. Un vigile del fuoco sale su una scala per portare soccorso alla popolazione, o per mettere in sicurezza un palazzo sventrato dal bombardamento aereo: se si nota bene, è ancora visibile il cielo annerito dagli ordigni. La zona interessata è quella del quartiere Palombella, all'interno del quale abitava mia madre. Il terzo libro, Un'opera dalle molte pretese", è un racconto sulla società italiana odierna, e sono contento che le riflessioni siano state apprezzate.
RispondiEliminaGrazie ancora
Massimo Cortese